Nasce in un nevoso inverno nel pieno degli anni ’80, in un punto antico di un continente ancora più antico. Ben presto scopre le parole, quelle pronunciate, quelle ascoltate, ma soprattutto quelle lette, e di ogni genere, dalla filosofia taoista alla geopolitica mediorientale, da quel ramo del lago di Como alle dune di Arrakis. S’ingurgita di parole fino a provare l’impulso irrefrenabile di volerle usarle a sua volta. Ne scrive tante, tantissime, ne butta via la maggior parte, di tanto in tanto qualche idea sembra iniziare ad avere un senso e allora comincia a seguirne le tracce, parola dopo parola, senza mai sapere esattamente dove andrà a finire.