Duetti colorati

15 pezzi d’autore adattati al pianoforte per bambini ai primi passi in compagnia dell’insegnante.
CDO 014 . OSI – MKT
Brescia 2009
40 pagine

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 18,00

Autore

Chiara Strada

“Maestra, oggi suoniamo il culùlu di zezè?”
Sofia si riferisce a “Il cuculo nella foresta ” di Saint-Saëns.
Anche Beethoven ha subìto interessanti trasformazioni: sotto Natale, secondo Lucrezia, l’Allegretto della Settima Sinfonia era stato composto da Beetlemme; per Leonardo, appassionato di super-eroi, si trattava invece di Beetho-man.
Mozart (bambino prodigio) affascina i miei allievi in modo particolare; suscita in loro  curiosità, stima e talvolta anche un pizzico di rivalità.
Quando dissi a Sara che Mozart già componeva all’età di sei anni, lei rispose con candore: “Ma io già lo facevo a cinque” (riferendosi ad alcuni ritmi elementari che avevamo composto insieme durante le prime lezioni).
Leonardo, sapendo che Mozart suonava anche bendato, non si tira indietro, e dice: “Lo sai che io questo pezzo lo so fare anche ad occhi chiusi?”- “Dai, fammi sentire” gli rispondo. Leonardo chiude gli occhi, tocca un tasto, si ferma e dice: “Te lo farò sentire quando sarò grande”.
Compositori e personaggi prendono vita nella fantasia dei bambini, che a volte li pongono in inattese interrelazioni.
Giulia, preoccupata che il cuculo di Saint-Saens sia tanto triste, prende ad incolpare Papageno, perché probabilmente l’ha catturato e chiuso in una gabbia.
La musica tocca profondamente la sensibilità dei bambini e li trasporta in luoghi incantati.
Sofia riconosce nelle note de “La danza della fata confetto” “il rumore che si sente quando si entra nei castelli”.
E mi è sinceramente difficile esprimere ciò che provai nel notare, scorgendo i suoi occhi improvvisamente lucidi, la commozione di Lucrezia mentre suonavamo il “Chiaro di luna” di Debussy.
Trovo tanto singolare quanto meraviglioso udire un bambino di 5 anni dei nostri tempi che a fine lezione canticchia fra sé e sé “El grillo è bon cantore” (una madrigale del cinquecento) come fosse una canzonetta di oggi, mentre la mamma gli infila il cappotto.
La musica li ispira. Mille idee creative nascono durante ogni lezione. C’è chi, ad esempio, vuole provare a cambiare le note dell’intervento prescritto, pur mantenendo i punti d’entrata e il ritmo originale. Ed ecco che dal ruolo di semplice esecutore emerge spontaneamente il gioco più naturale e profondo: giocare a inventare, giocare a “fare il compositore”.
La musica li rende ambiziosi. Mi chiedono quanto tempo occorra loro perché arrivino a suonare la mia parte.
La musica li rende sensibili. Quando mi complimentai con Leonardo per la buona esecuzione, mi strinse la mano dicendo in tono solenne “Complimenti a te”.
Infine, Sofia: “Maestra, ma noi faremo lezione fino a giugno, o per tutta la vita?”.
(dall’Introduzione di Chiara Strada al volume)

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