Suor Zelda non è una suora qualunque: dotata di un fisico massiccio e di una lingua pungente, dopo anni di conflitti con la superiora, viene trasferita da Roma nella parrocchia di un piccolo borgo dell’Umbria vicino ad Assisi. La religiosa – seguendo i consigli del suo padre spirituale, don Franco – è così costretta ad adattarsi a quel nuovo incarico. Dopo un inizio rocambolesco, la sua quotidianità prende il ritmo tra vicende e personaggi particolari: anziani e bambini bizzarri, una sindaca dall’indole retta ma sfortunata in amore, un restauratore scorbutico con cui è difficile andare d’accordo, la perpetua ottantenne convinta di essere ancora giovane e frate Tim, il parroco indaffarato a far quadrare i conti e capace di commoventi gesti di solidarietà. Girando a piedi o in Ape Car in mezzo a questo arcobaleno umano, la religiosa ha talvolta reazioni poco consone all’abito che indossa; a farla ragionare però ha sempre al suo fianco Francis, l’angelo custode con cui la suora parla incurante delle reazioni di chi la circonda.
Sullo sfondo di una delle regioni più belle d’Italia, si snodano vicende scoppiettanti dense di ironia che danno vita a un personaggio dai tratti molto umani.
Maria Elisabetta Ranghetti – viaggiatrice e conoscitrice del Bel Paese- è una scrittrice eclettica; giunta al suo ottavo libro, regala al pubblico uno dei personaggi più travolgenti e umoristici usciti dalla sua penna, capace di far ridere e riflettere.
In tempi storici come i nostri in cui spesso trionfa il dolore, Suor Zelda ci dona speranza combattendo l’idea che essa sia miraggio per gli illusi e sollevando il cuore dalle fatiche quotidiane.
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